..... Guarda come le cose
        tra loro distanti
        sono nella mente
        saldamente unite!

             (Parmenide)

GRUPPO DI STUDIO DI NEUROTEORETICA
E TEORIE DELLA MENTE

 

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NEUROETICA

 

 

 J. Moll e altriFunctional networks in emotional moral and non moral social Judgement Neuroimage, 2007, 16, 696-703  
Le cortecce orbito-frontali intercettano una molteplicità di segnali che hanno rilevanza nel determinare il nostro comportamento sociale. All'interno del sistema, i giudizi aventi uno specifico contenuto morale attivano una sottorete di connessione loro propria rispetto alla massa dei giudizi aventi generica valenza sociale
 C I Hooker
R T Knight
The role of lateral orbitofrontal cortex in the inibitory control of emotion D. Zald, S. Rauch, The orbitofrontal cortex, Oxford, 2006  
Il ruolo delle cortecce orbito-frontali è venuto progressivamente a chiarirsi a seguito
delle numerose ricerche sulla sfera emozionale e sociale. In particolare le cortecce
orbito-frontali dorsolaterali svolgono una funzione essenziale nel gestire processi neuronali che determinano  le nostre scelte di comportamento inibendo e controllando il flusso emotivo, favorendo l'attenzione selettiva, offrendo strumenti decisionali e di giudizio in un contesto tendente a fluidificare i processi di interazione sociale.
 B.LibetDo we have free will? Journal of Consciousness Studies, 1999, 6, 8/9, 47-57  
Esiste il libero arbitrio? Le azioni volontarie (frutto di libera scelta) sono precedute da un impulso elettrico (potenziale di prontezza motoria) che avviene 550 ms prima dell'azione. Il soggetto diventa cosciente dell'intenzione di agire 350-400 ms dopo questo segnale e circa 200 ms prima che l'azione venga eseguita. Il processo volitivo sembra quindi avere una origine inconscia.
 J. J ThomsonThe trolley problem The Yale Law Journal, 1985, 95/6, 1395-1415  
   Organica riesposizione e ripresentazione del "trolley dilemma" formulato per la prima volta da Philippa Foot nel 1967 e che ha costituito (e ancora costituisce) materia di discussione nel campo della filosofia morale. E' giusto sacrificare deliberatamente la vita di un uomo se questo gesto offre l'unica possibilità di salvare la vita a molte più persone che rischiano i essere travolte da un tram? Il dilemma si ripropone in un ventaglio circostanze molto più ricorrenti nella vita comune, come ad esempio nel caso dell'aborto, dove la persona è posta fronte alla scelta tra il sacrificio di una vita in via formazione per salvaguardare l'integrità o la stabilità di una vita già evoluta e formata. I risvolti più strettamente neuroscientifici del "trolley dilemma" sono affrontati in particolare da  J. D. Greene  http://www.wjh.harvard.edu/~jgreene/
 
 M. J. FarahNeuroethics: the practical and the phlosophical Trends in cognitive sciences, 2005, 9/1  
  Una riflessione critica sulle implicazioni etiche delle neuroscienze, sia sul piano pratico - riguardo alle implicazioni che impiego delle neurotecnologie, che consentono la manipolazione del cervello umano, comporta per gli individui e per la società - sia sul piano filosofico, avendo riguardo ai riflessi delle ricerche e dei risultati ottenuti in campo neuroscientifico sulla modalità con cui l'uomo si rapporta a se stesso come persona.
 A. Raine
Y. Yang
Neural foundation to moral reasoning and antisocial Behavior Soc. Cogn. Affect.Neurosc. 2006, 1, 203-213  
  In che misura la perdita della capacità di giudizio morale contribuisce a favorire, comportamenti antisociali, violazioni delle regole, comportamenti criminali? Questa è una delle domande più interessanti e "pesanti" per la scienza morale. Aspetto cognitivo ed aspetto emozionale concorrono a determinare i nostri comportamenti. Dal lato neuroscientifico questi controlli si articolano su due pathway diversi, se pur convergenti. Anche se la caduta del "sentimento" morale - con implicazione di aree limbiche, emozionali - resta la prima causa in grado di alimentare un comportamento antisociale, non è da escludere anche il concorso di anomalie funzionali a carico del correlato pathway cognitivo (corticale).  
 
  H. Tagahashi
e altri
Neural correlating of human virtue judgement Cerebral Cortex, 2008, 18, 1886-1891  
   La maggior parte delle ricerche sulle regioni cerebrali implicate nella costruzione del sistema morale prestano attenzione sopratutto agli aspetti negativi del fenomeno - ossia investigano sulla origine del "male" nell'uomo. Resta in sospeso la questione se le regioni cerebrali individuate in tale contesto abbiano un ruolo solo nella violazione della morale oppure nella costruzione della moralità in senso generale. Questo studio, effettuato con il supporto di tecniche di imaging, dimostra che il cervello umano possiede due sistemi distinti per il "bene" e per il "male", ossia il moralmente apprezzabile e il moralmente disprezzabile vengono processati da distinti network. La cosa curiosa è che il sistema di valutazione del moralmente apprezzabile è in parte sovrapponibile al sistema con cui viene valutata la bellezza estetica.
  P. G. Milanesi Neuroscienze in attesa ... di giudizio. Università di Pavia - Dipartimento di Giurisprudenza - Informatica e logica giuridica  
   Sequenza di slides che disegnano un percorso introduttivo alla neuroetica con particolare riguardo alla sua applicazione in ambito forense. Il materiale è divisibile in tre parti a) le principali tecniche non invasive di indagine del cervello b) la questione della "macchina della verità" c) l'analisi delle strutture cerebrali che sono coinvolte nella gestione del social brain, dell'aggressività e dell'empatia.

 

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